UE: “MATRIMONIO GAY E’ DIRITTO UMANO”? BUFALA!

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Tutto in queste ore ci urla nelle orecchie: “l’Unione Europea ha deciso, il matrimonio gay è un ‘diritto umano’ e gli Stati devono adeguarsi“. Il problema è che la gente ci crede pure.

Intanto non si può parlare dell’”Unione Europea” ma del “Parlamento Europeo”, cioè l’organo meno influente sulle politiche nazionali tra tutti quelli dell’UE (per ovvie questioni di salvaguardia della sovranità dei singoli Paesi).

Secondo poi, il Parlamento Europeo non ha deciso un bel nulla sul matrimonio gay. Intanto per una questione semplice e quasi banale, e cioè che in base alle regole dei Trattati non ha il minimo potere di farlo; e poi perché ciò di cui si tratta è una risoluzione politica non vincolante. Si dirà: beh, non è cosa da poco che il Parlamento Europeo abbia definito il matrimonio gay come diritto umano. Non ha fatto nemmeno questo, benché l’associazionismo Lgbt si stia dissanguando per farlo credere in ogni dove e con il compiaciuto appoggio di tutta la stampa (inconsciamente, non solo quella laicista).

La risoluzione politica prendendo atto «della legalizzazione del matrimonio e delle unioni civili tra persone dello stesso sesso in un numero crescente di Paesi nel mondo, attualmente diciassette, incoraggia le istituzioni e gli Stati membri dell’Ue a contribuire ulteriormente alla riflessione sul riconoscimento del matrimonio o delle unioni civili tra persone dello stesso sesso in quanto questione politica, sociale e di diritti umani e civili».

Il Parlamento si limita, per così dire, a premere perché il tema sia discusso e dibattuto. Ma se sia o no una “questione di diritti umani e civili” è proprio l’oggetto della riflessione a cui si invita a contribuire. Altrimenti il Parlamento Ue avrebbe potuto molto più semplicemente chiedere agli Stati di approvare il matrimonio gay in quanto diritto umano. Punto. Chiaro e conciso. E invece si chiede solo di contribuire alla riflessione posta in quei termini. Riflessione a cui si può contribuire con un bel: “Ehi, per me il matrimonio ha a che fare con la potenzialità procreativa dell’unione tra un uomo e la donna in virtù del maggior bene sociale dei figli. Chiaro? Grazie della chiacchierata e tanti saluti“. Dopotutto è precisamente quello che risponde alla risoluzione del Parlamento Europeo la nostra Costituzione, come ha chiarito nel 2010 e nel 2014 la Corte Costituzionale.

L’altro essenziale motivo per cui non è possibile affermare che il Parlamento Europeo ha dotato il matrimonio gay dell’aureola di “diritto umano”, è che la Corte Europea dei Diritti Umani ha già confermato che non lo è affatto, sulla base della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, che all’art. 12 riconosce come diritto universale al matrimonio solo quello tra un uomo e una donna. Gli Stati sono liberi di ampliare la concezione a loro piacimento, anche fino alla poligamia o al matrimonio incestuoso, ma la Convenzione non obbliga minimamente a farlo e da parte sua promuove solo quello monogamico tra l’uomo e la donna (sentenze CEDU Schalk and Kopf v. Austria e Hamalainen v. Finlandia).

Quindi è assolutamente opportuno riportare il discorso ai suoi termini reali:
- le risoluzioni del Parlamento Europeo influenzano il dibattito politico;
- i diritti umani sono regolati in UE dalla Convenzione Europea dei Diritti Umani;
- sulle questioni dei diritti umani decide la Corte Europea dei Diritti Umani;
- sul matrimonio la Corte ha deciso che quello “per tuttiNON è un diritto umano.

La stampa può modellare i titoli quanto vuole: finché i fatti resteranno chiari così come descritti e noi non ci faremo influenzare dalle pressioni mediatiche, resteranno solo parole al vento. Non dobbiamo assolutamente commettere l’errore di fare da cassa di risonanza a questa disinformazione, ma anzi cogliere l’occasione per far capire al popolo che c’è chi sta cercando di circuire la sua volontà con truffe politiche.

Filippo Savarese
portavoce Manif Pour Tous Italia

Per la libertà di opinione.