Questo è lo spazio di tempo in cui potrebbero concludersi le discussioni sulle leggi contro omofobia e transfobia, sul matrimonio civile per coppie dello stesso sesso, e soprattutto le modifiche della legge sulla modificazione dell’attribuzione di sesso
Sei mesi: questo è lo spazio di tempo in cui potrebbero concludersi le discussioni sulle leggi contro omofobia e transfobia, sul matrimonio civile per coppie dello stesso sesso, e soprattutto le modifiche della legge sulla modificazione dell’attribuzione di sesso. Sei mesi è il tempo della speranza per il senatore Sergio Lo Giudice, del Partito Democratico, che ad una recente intervista a Mediexpress ha rivelato le prossime tappe delle discussioni, soffermando l’attenzione in modo particolare sulle proposte di modifica alla legge 164/82 sull’attribuzione del sesso, che Lo stesso Lo Giudice, con Rete Lenford, avvocatura per i diritti LGBT, Scalfarotto del PD, e Airola del M5S, hanno proposto nei mesi scorsi e che puntano ad accelerare i tempi di riattribuzione di nuove identità. Così, se fino ad ora la legge prevede l’apertura di un iter giudiziario per poter esaminare e poi rilasciare l’autorizzazione ad intervenire sul cambio chirurgico del sesso, nella nuova proposta questo passaggio non viene più considerato necessario. Se il cambio del nome anagrafico avveniva solo in seguito all’avvenuto intervento chirurgico, per cui era “naturale “ attribuzione di nome in base alla nuova identità sessuale (e fisica), in futuro potrebbe bastare una semplice richiesta al Prefetto, allegando la relazione psichiatrica che certifica la “Disforia di Genere”. Una proposta di legge che serve, di fatto a velocizzare un processo in cui per legge erano previsti tempi di attesa, e verifiche fondamentali, e che oggi rischia di diventare niente di più che un semplice impiccio burocratico, in cui anche il cambiamento degli attributi sessuali è considerato un’imposizione, e pensato come elemento non necessario ai fini del benessere psicofisico della persona. In questo senso va la giurisprudenza, e l’auspicio di Lo Giudice è che <>. << Un’ottima Proposta di Legge – come sottolinea il senatore PD – condivisa ed estesa da una rete di avvocati che fanno riferimento al movimento LGBT, e che ha avuto anche una serie di modifiche, di placet, da parte delle organizzazioni LGBT>>; una legge la cui modifica appare indissolubilmente legata alla discussione sulla leggecontro l’omofobia e transfobia, già passata alla Camera, e a quella sul matrimonio civile per persone dello stesso sesso, già calendarizzata al Senato. Tre goal da segnare in poco tempo, insomma, in un campo in cui le partite si giocano sul pressing. E il pressing in questo caso viene da una rete ben articolata di parlamentari impegnati nel promuovere, anche attraverso strumenti legislativi, i diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali e trans gender, che comprende parlamentari del Partito Democratico, SEL e Movimento 5 Stelle. Una questione di tempo, quindi, giusto perché il parlamento adesso ha un attimo da fare nella discussione sul bilancio e <>. Peccato. Perchè a volte ci vuole tempo per fare e discutere, ci vuol il tempo per maturare le proposte, ci vuole tempo per cambiare le cose, e occorre affrontare gli ostacoli per renderle diverse. Per cambiare l’identità di una persona, invece, bisogna fare in fretta, a quanto pare. Sei mesi, più o meno.