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Utero in affitto, La Manif Pour Tous Italia: Bene ricorso del Governo contro sentenza CEDU

Roma, 29 maggio 2015 – “Abbiamo raccolto più di 30 mila firme per chiedere al Governo di opporsi con forza alla sentenza della CEDU, che porta l’Italia nel grande mercato internazionale di figli tramite utero in affitto, e quindi siamo del tutto soddisfatti del risultato”. Lo afferma Filippo Savarese, portavoce de La Manif Pour Tous Italia, commentando il ricorso del Governo italiano contro la sentenza “Paradiso e Campanelli” del 27 gennaio scorso. Con questa, la Corte europea dei diritti dell’uomo aveva condannato l’Italia per l’allontanamento di un minore dalla coppia che lo aveva “acquistato” in Russia per 50 mila euro con la pratica dell’utero in affitto.

L’Italia ha sottratto il bambino alla coppia perché comprare i figli è un crimine tremendo – afferma Savarese – e nessun bambino deve crescere con chi ha offeso la sua dignità umana dandole un prezzo. La sentenza “Paradiso” impedisce agli stati di punire chi compra i figli, creando uno spazio di tolleranza giuridica intorno alla pratica barbara dell’utero in affitto. Ci auguriamo che il Governo italiano tenga duro nel difendere davanti ai giudici la dignità dei nascituri, e che la Corte in secondo grado riveda radicalmente la propria giurisprudenza, o non avrà più niente da dire sul tema dei diritti umani”.

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ELEZIONI AMMINISTRATIVE 2015 – MANIFESTO IN DIFESA DELLA FAMIGLIA

La Manif Pour Tous Italia ha chiesto a tutti i candidati di tutti gli schieramenti politici di sottoscrivere il Manifesto in difesa e promozione della famiglia.

Manifesto per le elezioni regionali del maggio 2015.

Manifesto per le elezioni comunali del maggio 2015.

Al momento hanno firmato il Manifesto

- Edoardo Rixi, candidato Consigliere Regionale della Regione Liguria

- Aldo Siri, candidato Consigliere Regionale della Regione Liguria

- Raffaella Della Bianca, candidata Presidente della Regione Liguria

- Gino Garibaldi, candidato Consigliere Regionale della Regione Liguria

- Alessandro Parino, candidato Consigliere Regionale della Regione Liguria

- Vittorio Mazza, candidato Consigliere Regionale della Regione Liguria

- Domingo Merry Del Val, candidato Sindaco Comune di Montorfano

- Maurizio Marchetti, candidato Consigliere della Regione Toscana

- Fabio Bulgheroni, candidato Sindaco del Comune di Casnate con Bernate

- Gianni Cenni, candidato Consigliere della Regione Toscana

- Gianmaria Bellan, candidato Consigliere della Municipalità Marghera (VE)

- Marco Amorese, candidato Consigliere della Regione Toscana

- Umberto Zangani, candidato Consigliere della Regione Toscana

- Maurizio Marchetti, candidato Consigliere della Regione Toscana

- Domenico Menorello, candidato Consigliere Regione Veneto

- Roberto Panciera, candidato Consigliere Regione Veneto

- Silvia Conte, candidato Consigliere Regione Veneto

- Alberto Zelger, candidato Consigliere Regione Veneto

- Simone Venturini, candidato Sindaco Comune di Venezia

- Emmanuele Muresu, candidato Sindaco Comune di Venezia

- Gabriele Bolzan, candidato Sindaco Comune di Venezia

- Gian Angelo Bellati, candidato Sindaco Comune di Venezia

- Luigi Brugnaro, candidato Sindaco Comune di Venezia

- Federico Bussolin, candidato Consigliere Regione Toscana

- Arianna Lazzarini, candidata Consigliere Regione Veneto

- Giovanni Donzelli, candidato Consigliere Regione Toscana

- Francesco Francini, candidato Consigliere della Regione Toscana

- Stefano Mugnai, candidato Presidente della Regione Toscana

- Claudio Cipolli, candidato Consigliere della Regione Toscana

- Ugo del Carlo, candidato Consigliere della Regione Toscana

- Nicola Nascosti, candidato Consigliere della Regione Toscana

- Alice Albarello, candidata Presidente Regione Liguria

- Stefano Valdegamberi, candidato Presidente Regione Veneto

- Augusto Ciampechini, candidato Consigliere della Regione Marche

- Paola Pretto, candidata Consigliere della Regione Veneto

- Flavio Tosi, candidato Presidente della Regione Veneto

- Massimiliano Mazzocchi, candidato Consigliere Comune Albano Laziale

- Matteo Rosso, candidato Consigliere Regione Liguria

- Alice Alberelli, candidata Consigliere Regione Liguria

- Matteo Consarella, candidato Consigliere Regione Liguria

- Alessandro Parina, candidato circoscrizione Savona

- Enrico Ghizolfi, candidato circoscrizione La Spezia

- Giuseppe Murolo, candidato Consigliere Regione Liguria

- Fausto Bertolucci, candidato consigliere Albano Laziale

- Marco Silvestroni, candidato sindaco Albano laziale

- Marcello Di Rollo, candidato sindaco Albano Laziale

- Carmen Salierno, candidata consigliere Albano Laziale

- Gloria Vescovi, candidata consigliere Albano Laziale

- Merry Del Val, candidato consigliere Montorfano (CO)

- Fabio Bulgheroni, candidato consigliere Casnade (CO)

- Massimiliano Micheli, candidato consigliere Regione Toscana

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LOVEISRIGHT HA TOLTO LA MASCHERA ALL’IPOCRISIA

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La comunità LGBT italiana ha organizzato a Roma sabato 7 dicembre a Piazza SS Apostoli una manifestazione nazionale per “avviare una stagione di mobilitazione su una piattaforma di richieste da decenni inevase”. L’iniziativa che ha preso il nome di LOVEISRIGHT è stata presa “per non cedere al vittimismo” e “proporre con chiarezza” come obiettivi i seguenti punti: -Il matrimonio egualitario per le persone omosessuali -Altri istituti che tutelino le coppie di fatto lesbiche, gay ed etero -Il riconoscimento e la tutela della genitorialità omosessuale -Il cambio dei dati anagrafici senza l’obbligo di interventi di riattribuzione dei genitali per le persone transessuali -La riscrittura della legge 40, che regola nel nostro paese la fecondazione assistita

Le associazioni promotrici (Agedo, Arcigay, ArciLesbica, Associazione Radicale Certi Diritti, Equality Italia, Famiglie Arcobaleno) hanno sottolineato che da qui “bisogna ripartire per pensare a un’azione stabile e duratura nel tempo”. Questo sì che significa parlar chiaro; finalmente la prima cortina fumogena è saltata e ha avuto ragione chi, Manifpourtous in testa, sosteneva che la cosiddetta “legge contro l’omofobia” non era che il grimaldello per far saltare il primo ostacolo e aprire la strada a tutte le richieste successive, contenute in maniera esplicita nella piattaforma di Loveisright. Almeno possiamo dire che da adesso in poi si gioca a carte scoperte, senza infingimenti e “vittimismi” di sorta.

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Lettera di Eliseo del deserto ad Enrico Letta

Un saluto a tutti voi che siete radunati in Piazza di Pietra. Mi chiamo Eliseo Del Deserto. Forse alcuni di voi avranno letto le lettere che ho pubblicato di recente sul mio blog. Grazie per il vostro affetto e la vostra stima. Spinto anche dall’entusiasmo che mi avete trasmesso, ho deciso di scrivere la mia ultima lettera, con la quale spero di poter contribuire positivamente alla nostra “battaglia”. Volevo sottolineare però, per correttezza, che la mia voce non si schiera. Non ho ancora aderito a nessuna delle organizzazioni che patrocinano la manifestazione, nonostante ne condivida l’obiettivo principale, quello di combattere contro questa proposta di legge. Augurandovi buone vacanze (io partirò venerdì…) spero di poter essere anche questa sera la voce di tutti. Con affetto sincerissimo!

Eliseo Del Deserto

Egregio Sig. Presidente del Consiglio,

mi scuso in partenza perché sono un neofita nel campo della politica: mi sto avventurando in un territorio sconosciuto e spero di farlo con il rispetto dovuto. La politica non è un gioco, così come mi rendo conto non lo è la lettera che sto scrivendo. Vorrei avere la preparazione necessaria per dare il giusto valore ad ogni parola, così come fate voi politici, che ne conoscete il potere.

Il 5 agosto verrà discussa in Parlamento la proposta di legge Scalfarotto-Leone contro l’omofobia. Una legge che mi tocca da vicino, perché sono omosessuale e perché da adolescente sono stato vittima di bullismo. Una legge che nonostante la mia storia e la mia identità disapprovo. Ciò non significa che approvi atti di violenza o di discriminazione contro le persone, significa invece che tale proposta mi sembra inutile come un uomo che vada dal medico per farsi incidere un ascesso, quando ha la gamba in cancrena. La gamba in cancrena nella nostra società è la dignità, di tutti.

Pensi! Il mio ragionamento si è sviluppato questa mattina; a causa di un guasto tecnico della metropolitana, viaggiavo stipato su una linea pubblica, mi sono dovuto rassegnare al disagio che noi passeggeri stavamo vivendo. Non c’è niente come il servizio di trasporto pubblico, soprattutto nelle ore di punta o negli scioperi, che renda evidente ad un comune cittadino che non c’è più rispetto per la persona umana. Può sembrare una sciocchezza, infatti forse lo è, (anche se la inviterei a verificare di persona) ma da questo pensiero me ne sono nati altri, e altri ancora.

Io non sono quasi più giovane, e non ho ancora un lavoro dignitoso, e condivido l’appartamento con persone che non ho scelto, mi posso permettere solo l’affitto di una stanza singola e di mantenere un’auto non se ne parla neanche. Il lavoro, che a settembre terminerà, mi piace, sono affezionato alle persone con cui vivo, e a Roma probabilmente un’auto è meglio non averla. Il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto? Entrambe le risposte sono esatte, ma c’è una metà vuota che chiede di essere colmata. La vera dignità non è mai parziale.

Socialmente non mi sento discriminato come omosessuale, ma piuttosto come giovane precario! Siamo senza futuro, senza discriminanti, omosessuali ed eterosessuali.

Dal piccolo disagio mattutino, il pensiero quindi si è allargato a macchia d’olio, dalla mia situazione alla situazione economica dei giovani e degli italiani. Non è forse un’urgenza politica questa, che supera di gran lunga la questione dell’omofobia? Che sicuramente è un problema, io stesso l’ho dovuto affrontare, ma non è certamente il più urgente.

Sono tanti i casi e le categorie che hanno bisogno di assistenza e dignità nella nostra società. Penso agli anziani sempre più soli e poveri. E’ mai stato in una casa di riposo? Se c’è stato sicuramente ne sarà uscito profondamente toccato. Io personalmente mi sono augurato di morire prima di diventare vecchio.

Penso alle persone portatrici di handicap e a quei luoghi pubblici, come tante stazioni ferroviarie, dove ancora ci sono barriere architettoniche da abbattere. Sono tanti i problemi della nostra bella nazione, voi li conoscete certamente e non è lo scopo di questa lettera farne un’analisi dettagliata.

Come omosessuale e vittima di bullismo francamente preferisco si risolvano prima queste situazioni, che sento estremamente più urgenti della mia, perché io già sono tutelato dalla legge. Certo se la legge funzionasse… Ma il problema allora non sono le leggi, bensì il loro funzionamento. Una legge in più migliorerebbe davvero le cose? Dunque invochiamo una nuova legge o il funzionamento della giustizia?

Vorrei sottoporle un altro problema. Si dice che questa legge potrebbe avere come effetto, quello di impedire alle persone di esprimere un giudizio etico negativo sull’omosessualità o sulla transessualità. Ora! Mi potrebbe andar bene che, un uomo non accetti il suo corpo e si senta infelice come maschio e di conseguenza scelga di rimodellarsi ed operarsi per cambiare sesso, mi può andar bene che un omosessuale voglia essere felice con il suo compagno e lo possa essere; ma perché io che voglio riappropriarmi della mia identità naturale di maschio, legata anche al fatto che ho effettivamente un corpo e dei genitali maschili, non posso farlo, e perché non posso dire che la mia omosessualità mi rende infelice? Perché se lo faccio io potrebbe essere offensivo al punto di considerarlo reato? E perché invece una persona che nasce maschio, si fa asportare i genitali e deve prendere degli ormoni femminili per avere fattezze da donna, non è offensiva, anzi vorrebbero venisse tutelata di più? Questo proprio non lo capisco! Mi sembra davvero che il mondo sia caduto a testa in giù! Ma in nome di quale ragione o ragionevolezza è stato smarrito ogni buon senso?

E non considero qui il fatto che sono convinto non si debba penalizzare, oltre alla libertà di opinione, anche la libertà di religione, per difendere una condizione che, certamente va difesa, ma non a discapito dei diritti fondamentali dell’uomo, per una questione che potrebbe essere sicuramente risolta diversamente!

Il terzo punto che voglio toccare nella lettera riguarda il caso del ministro Kyenge. Senza strumentalizzarne la figura o le parole di altri, mi viene da domandarmi se possiamo pensare che questo Paese sia pacificato se ancora oggi vi sono uomini che ne discriminano altri per il colore della pelle? Ma non solo! Possiamo pensare che questo Paese sia pacificato se ancora oggi gli italiani del nord e gli italiani del sud sono divisi da pregiudizi, se gli abitanti dell’Emilia discriminano quelli della Romagna, e gli abitanti di Bergamo alta discriminano quelli di Bergamo bassa?

L’omofobia è la punta di un iceberg che ha un sommerso molto più pericoloso e riguarda una vera accettazione della diversità ed un reale rispetto della dignità della persona: sia essa omosessuale, trans, uomo, donna, anziano, immigrato, meridionale o semplice passeggero di un servizio di trasporto pubblico. Credo sia più urgente, oltre che necessario, recuperare prima questo senso trasversale della dignità della persona in quanto persona, per non rischiare di considerare solo gli ascessi e trascurare le cancrene.

Cosa intendo per “vera accettazione e reale rispetto”? Accettazione e tolleranza non è far finta che l’altro non sia diverso da me. Tante volte facciamo così no? Con la gente diversa, ci sforziamo di far finta di niente, che siano come noi, ma dentro lo sappiamo benissimo che non è così. Accettare non significa nemmeno assecondare i capricci dell’altro e i suoi deliri di onnipotenza, per non sembrare un retrogrado. Se il tuo corpo non è fatto per procreare con il mio, è inutile arrabbiarsi, ci ameremo in modo diverso, l’amore ha così tante sfumature! E tanti omosessuali nel mondo la pensano come me.

Accettare la diversità secondo me significa conoscere e riconoscere che abbiamo dei limiti, intesi anche come i contorni che definiscono la mia identità in modo differente dalla tua e nonostante ciò riconoscerci come persone degne di amore e rispetto. Riconoscerci fratelli, naufraghi sulla stessa zattera. Modellare forse le asperità più insidiose dei nostri tratti, ma mai omologarci. Davvero in alcuni paesi è proibito chiamare i genitori “mamma” e “papà” per non offendere le famiglie omosessuali? Questa non è integrazione! Questo è totalitarismo omologante! Genitore 1 e genitore 2? Come ci può essere vero rispetto, se per rispettare te, devo denigrare me!

La prego Egregio presidente, prenda in considerazione le mie parole. Non lasciatevi distrarre dalle false urgenze e soprattutto non vogliate distrarci se fosse questo lo scopo di alcuni. Preferiamo un paese dove tutti possono vivere in modo dignitoso piuttosto di un paese che nel nome di una presunta modernità, possegga un i-phone ma giri con le pezze al culo. Scusi il paragone audace ed il termine poco elegante!

Con tutto il mio rispetto e la mia stima, per lei e per la dignità di questo Paese che non cambierei nemmeno con l’America!

Cordialmente

Eliseo del Deserto

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Per la libertà di opinione.