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IDEOLOGIA DEL GENDER NELLE SCUOLE: VADEMECUM DI AUTODIFESA PER I GENITOR

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 Manif – Forum Vademecum per genitori

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La Manif Pour Tous Italia e il Forum delle Associazioni Familiari dell’Umbria stanno diffondendo un vademecum ad uso dei genitori per proteggere i propri figli dall’indottrinamento pro ideologia del gender che ha iniziato a svolgersi negli istituti scolastici di tutta Italia, dagli asili alle superiori, tramite incontri con rappresentanti delle associazioni gay o esponenti della “cultura omosessuale” e con la diffusione di materiale didattico “gay friendly”.
“Siamo stati subissati da richieste di moltissimi genitori – afferma Simone Pillon, presidente del Forum Umbria – perché quanto sta succedendo con questi libretti e questi corsi preoccupa molte persone, abituate a fidarsi della scuola, e invece ora spiazzate dal passaggio di contenuti del tutto contrari alle loro scelte educative.”

“E’ giusto che i ragazzi apprendano il rispetto per la dignità personale di ogni uomo, a prescindere da qualsiasi specificazione – afferma Filippo Savarese, portavoce de La Manif Pour Tous Italia – ma con la scusa di contrastare una fantomatica emergenza “omofobia” le reti di associazioni e collettivi LGBT perseguono il fine di una vera e propria rieducazione di bambini e ragazzi nei delicati ambiti della morale e della sessualità, circa i quali è la famiglia che detiene la massima potestà educativa e non altri enti sociali. Questo è semplicemente inaccettabile”.
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UNAR: se la conosci… la eviti!

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Ho già avuto occasione di segnalare le esondazioni dell’Unar, l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali costituito presso la Presidenza del Consiglio, Dipartimento Pari Opportunità col decreto legislativo n. 215 del 9 luglio 2003. Il decreto mira ad adeguare la legislazione italiana alla direttiva europea 2000/43/CE riguardante “parità di trattamento tra le persone indipendentemente dalla razza e dall’origine etnica”. Da ultimo l’Unar si occupa invece soprattutto di omosessualità, con interventi nel campo della scuola e dell’informazione. Agli operatori dell’informazione l’Unar ha fatto recapitare “Linee guida per una informazione rispettosa delle persone Lgbt” (note anche come “Decalogo del giornalista”). Nel settore scolastico ha affidato all’ Istituto Beck la preparazione di tre opuscoli intitolati “Insegnare la diversità a scuola” destinati agli insegnanti perché inculchino negli alunni, dalle elementari alle superiori, la cultura del “gender” con avvertimento ai docenti della particolare pericolosità della religione e del ruolo diseducativo, oltre che della famiglia “naturale”, della Chiesa nella società.

Le offese alla religione e alla famiglia hanno spinto alcuni senatori a rivolgere un’interpellanza al Presidente del Consiglio, evidenziando che l’Unar agisce in materia non di sua competenza, ha violato l’obbligo di imparzialità essendosi avvalso della consulenza di un gruppo di lavoro costituito da 29 associazioni che raggruppano gli omosessuali italiani e della collaborazione  dell’Istituto Beck, i cui notori pregiudizi antireligiosi “sono stati inseriti nei tre opuscoli con l’ennesima inaccettabile critica  al ruolo educativo della famiglia e della morale cristiana”.

A rispondere (con ritardo) è stata il viceministro Maria Cecilia Guerra, che la delega per le Pari Opportunità, evidenziando un fatto di estrema gravità e cioè che il Dipartimento non è mai stato informato dell’iniziativa nonostante che i libri siano stati diffusi nelle scuole sotto l’egida  “Presidenza  del Consiglio dei Ministri – Dipartimento delle Pari Opportunità”, Per di più anche il Ministero della Pubblica Istruzione è stato tenuto all’oscuro della distribuzione di questo materiale didattico fra gli insegnanti. Il vice ministro ha precisato di avere inflitto al direttore dell’Unar, Marco De Giorgi “una nota formale di demerito”.

A dirla con tutta franchezza è difficile credere che ministri e vice-ministri, pur se non ufficialmente informati, non ne sapessero davvero nulla (l’iniziativa dell’Unar risale al 2013 e riguarda l’intero territorio nazionale). Vi sono state polemiche riprese dalla stampa (inclusa la “Voce”). Si dovrebbe pensare che i politici non leggano i giornali e che gli incaricati della “Rassegna stampa” abbiano escluso dagli appositi fascicoletti proprio gli articoli sull’argomento.

Comunque ciò che importa è che l’Unar non solo è andato oltre le sue competenze, ma lo ha fatto tenendo all’oscuro dell’iniziativa proprio l’organo in nome del quale pretendeva d’agire. Ovviamente l’operazione è costata denaro, a cominciare dal contratto con l’Istituto Beck siglato, a quanto riferisce il vice-ministro, nel 2012, per finire col compenso dovuto ai consulenti e i costi di stampa e distribuzione. Dal momento che si tratta di  denaro pubblico, altroché nota ufficiale di demerito al direttore! Vi è materiale sufficiente, se sono esatte le notizie vice-ministeriali, perché si accerti se  l’attività dell’Unar non debba trovare la sua giusta collocazione nel codice penale alla voce  “peculato”. Il reato prevede la pena della reclusione da tre a dieci anni ed è perseguibile di ufficio.

F. M. Agnoli

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Com’è triste Venezia…con le “nuove” favole

 

 

 

 

 

 

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E polemica a Venezia fra Camilla Seibezzi, la delegata del sindaco per le politiche contro le discriminazioni e Tiziana Agostini,l’assessore comunali alle politiche educative. E’ successo che la prima, scavalcando le competenze della seconda, ha già fatto acquistare, per circa diecimila euro, e distribuire 46favole in migliaia di copie perché siano lette negli asili nido e nelle scuole materne comunali. Il progetto si chiama «leggere senza stereotipi» e si basa sull’’idea di insegnare ai bambini fin dalla più tenera età a interpretare la realtà quotidiana senza preconcetti, combattendo l’insorgere di omofobia e razzismo alla radice.

3080452583Tra i titoli «I papà bis», storia di una separazione, con un papà che lascia la casa e uno nuovo che lo sostituisce; «E con tango siamo in tre», dove due pinguini maschi allo zoo diventano entrambi papà con l’arrivo di un uovo deposto da un’altra coppia; e ancora “Piccolo uovo” sulla fecondazione assistita.”Non è assolutamente possibile che i materiali arrivino direttamente nelle mani di piccoli e piccolissimi senza un’adeguata valutazione dei tecnici e del personale competente.Vorrei evitare strumentalizzazioni.I bambini non devono mai essere usati come bandiera politica.” ha commentatola Agostini. Ma la Seibezzi  non si fa nessun tipo di problema e tira avanti per la sua strada, forte della vittoria già conseguita sulla circolare della Giunta che per il prossimo anno scolastico sostituisce, nei moduli di iscrizione alle scuole comunali, le diciture «madre » e «padre» con quella di «genitore». E se la Seibezzi era già nota per i suoi intendimenti (i più attenti ricorderanno la sua partecipazione al convegno “Non si offenda- genitore sarà lei”dello gennaio scorso, sempre a Venezia), neanche l’idea di “revisionare” le favole è nuova, tutt’altro; è uno dei grimaldelli scelti dall’ideologia del gender per far saltare l’idea della famiglia tradizionale. L’aggressione del tema spetta cronologicamente al governo spagnolo di Zapatero che sollecitò le scuole per la prima infanzia a cambiare i testi di riferimento, che contenevano,secondo il Ministerio de Educacion dell’epoca, troppe principesse indifese e troppi principi salvatori. E dato che alle stramberie non c’è limite si è trovato persino un termine a questo processo di “liberazione culturale” che viene così chiamato “de-principessizzazione”. L’altro elemento delle favole tradizionali poi che a questi promotori delle nuove teorie infastidisce assai sono i finali, con quel “vissero felici e contenti” coincidente con un matrimonio e magari pure dei figli: non sia mai! Meglio piuttosto una variante post-trans-moderna che non faccia differenze e non generi invidie di sorta: “e vissero tutti …diversi e colorati ma profondamente disperati” o “…tutti uguali e vestiti di nero come le figlie di Zapatero” (che, speriamo per loro, nel frattempo abbiano cambiato il loro look alla Halloween Monster…)

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Intervento di Jacopo Coghe, presidente del La Manif Pour Tous Italia, pronunciato ieri durante la manifestazione in difesa della famiglia di Parigi dove hanno partecipato 500.000 persone.

Jacopo Coghe - Parigi 2 Febbraio 2014

Buongiorno a tutti,

vorrei ringraziare gli organizzatori per l’invito a partecipare a questa manifestazione, un saluto particolare vorrei rivolgerlo a tutti voi popolo di Francia: siete un esempio per l’Europa ed in particolare per il popolo italiano della Manif Pour Tous Italia, che io rappresento.  

Siamo qui oggi per affermare che non ci presteremo ad essere strumenti di violenza e di distruzione, difenderemo la famiglia pagando anche di persona se necessario.

Mi rende pieno di orgoglio e di coraggio vedere presenti tra di voi oggi tanti giovani e famiglie: questo è l’unico futuro possibile per l’Italia e per la Francia!

La famiglia è bersagliata all’interno del Parlamento Europeo, dove leggi che non tengono in nessun conto della realtà stanno per essere approvate, per questo vorrei dire a gran voce ai Parlamentari europei che anche l’Italia difende senza esitazione la famiglia e il matrimonio tra un uomo e una donna e rifiuta fortemente  il progetto Lunacek.

Noi italiani, anche mossi dal vostro esempio e dal vostro coraggio, ci stiamo mobilitando per difendere questi valori, continuiamo a sostenerci a vicenda in questo fronte di difesa, perché solo tra l’unione di un uomo e una donna può formarsi quell’edificio stabile che è la famiglia, luogo per eccellenza della solidarietà e dell’accoglienza.

Vi porto i saluti del popolo de La Manif Pour Tous Italia e torno a Roma con un grosso bagaglio di speranza per il futuro dell’Europa.

La famiglia è nelle nostre mani, proteggiamola!

W l’Italia e W la France!

La Manif Pour Tous - Parigi 2 Febbraio 2014

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PRESIDIO CONTRO I PROGETTI ANTI- FAMIGLIA DELLE LOBBY LGBT

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Roma, 2 febbraio 2014 ore 11.00 – Presidio in Piazza Farnese

Parigi, Lione, Bruxelles, Bucarest, Madrid, Varsavia e Roma … In contemporanea, in diverse città d’Europa, il prossimo 2 febbraio, La Manif Pour Tous promuove una mobilitazione, in difesa della famiglia, contro  il tentativo di approvazione della bozza sull’uguaglianza fondata sull’“orientamento sessuale e l’identità di genere”, più nota come rapporto Lunacek.
Questi progetti LGBT e anti- famiglia sono definiti nell’Unione Europea: per costruire un’opposizione efficace dobbiamo agire in modo concertato con gli altri Stati membri, manifesteremo quindi simultaneamente in altre capitali europee.

Il Coordinamento de La Manif Pour Tous Italia, commenta così l’iniziativa: «Dobbiamo essere uniti per difendere e promuovere l’unicità del matrimonio tra un uomo e una donna, i diritti dei bambini e la famiglia presso le Istituzioni europee. C’è una emergenza antropologica, che si presenta come emergenza giuridico-legislativa, di attacchi sistematici alla famiglia, che è il nucleo della società, da parte di lobbies LGBT. Il matrimonio tra un uomo e una donna è un valore civile e antropologico, su cui ci ritroviamo aldilà delle differenti posizioni sul piano culturale e religioso».
E’ tempo di allertare nuovamente i tanti cittadini che spesso non sono al corrente della gravità di certi atti dell’Europarlamento. I diritti umani sono di tutti e non possono essere rivendicati in modo speciale da nessuna categoria.

E’ il momento di alzare la voce per difendere la famiglia!

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L’Associazione La Manif Pour Tous – Italia nasce in stretto legame con l’omonimaassociazione francese  con lo scopo di mobilitare i cittadini italiani di tutte le confessioni religiose, politiche e culturali e risvegliarne le coscienze in merito alle problematicheriguardanti le recenti proposte di legge su omofobia e transfobia, teoria del gender, matrimoni e adozioni a coppie omosessuali. Il suo scopo è garantire la libertà di espressione, preservare l’unicità del matrimonio tra uomo e donna e il diritto del bambino ad avere un padre ed una madre.

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ROMA, MANIF POUR TOUS: BANDIERA MANIF DI 600 MQ A PIAZZA DEL POPOLO PER DIRE NO A HOLLANDE E LE POLITICHE DI MARINO

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Roma, 24 gennaio 2014

La Manif Pour Tous Italia ha srotolato nella giornata di oggi, venerdì 24 gennaio, una bandiera col logo della Famiglia di 600 mq in piazza del Popolo, per manifestare il proprio disagio per la venuta a Roma del Presidente francese Hollande, promotore di politiche contro la famiglia naturale.

Contemporaneamente si esprime preoccupazione per il progetto del sindaco Marino di promuovere l’insegnamento del gender nelle scuole romane.

La  Manif Pour Tous Italia ribadisce ancora una volta la propria contrarietà alla legge Scalfarotto e promette nuove eventi pacifici per sensibilizzare i cittadini.

Prossimo appuntamento sarà il 2 febbraio a p.zza Farnese, in contemporanea con altre città europee, per dire No al rapporto Lunacek.

 

Comitato de La Manif Pour Tous

Il Comitato

La Manif Pour Tous – Italia

sito  www.lamanifpourtous.it 

mail  info@lamanifpourtous.it

facebook  La Manif Pour Tous Italia 

twitter  @manifpourtousit 

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Intervento di Francesco Belletti – Presidente del Forum delle Associazioni Familiari

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Alcune frasi dell’intervento del Presidente del Forum delle Associazioni Familiari, lo scorso 11 Gennaio durante la manifestazione a Piazza Santi Apostoli.

“Siamo in piazza per protestare contro una legge che rischia di introdurre un reato di opinione, una legge che non definisce il reato di omofobia, ma persegue le “affermazioni omofobe”. E ci si sente dire che sostenere che un bambino ha diritto ad un padre e ad una madre” è una posizione omofoba! Siamo qui per difendere la libertà per ciascuno di esprimere i propri valori. Nessuna obiezione alle libere scelte di vita delle persone: ma la famiglia è un’altra cosa!

 

…Oggi stanno in piazza le famiglie, chi crede nella famiglia della Costituzione, in quella “società naturale fondata sul matrimonio” troppo spesso dimenticata. E quando le famiglie occupano le piazze, abitano lo spazio pubblico del Paese, accade sempre qualcosa di buono, perché le famiglie sono risorsa pubblica.

 

… So che fare citazioni in piazza non è cosa semplice; però consentitemi di leggere questo testo: “La famiglia come unione più o meno durevole, socialmente approvata, di un uomo, una donna e i loro figli… è un fenomeno universale, reperibile in ogni e qualunque tipo di società”. Forse che anche questa affermazione è omofoba? Allora bisognerebbe condannare anche Claude Levi Strauss, antropologo e certamente laico, che già nel 1952 segnalava la differenza tra maschile e femminile come fattore invariante dell’identità della famiglia. Questa è la sfida culturale oggi in gioco.

 

… In questa piazza siamo davanti alla statua che rappresenta Enea, Anchise e Iulo  che fuggono dalla distruzione della propria città, ricordando a tutti che la solidarietà tra le generazioni è una dimensione irrinunciabile di ogni società, che corre certamente attraverso la famiglia. Di questi valori dobbiamo tornare a parlare, questi sono i valori che la famiglia custodisce, per il bene comune di tutti. Questi sono i

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Intervento di Jean-Pier Delaume-Myard, omosessuale Francese contro i matrimoni gay. 11 Gennaio – LMPT

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Cari amici, buonasera a tutti!

Purtroppo non  ho la fortuna di parlare la vostra bella lingua, quindi permettetemi di intervenire in francese

Sono molto felice e onorato di essere qui  in Italia, in mezzo a voi, con La Manif pour Tous Italia.

Quello che ci riunisce tutti qui oggi è il valore fondamentale della Famiglia. Noi stessi formiamo una bella e grande famiglia che va ben aldilà dei nostri confini nazionali poiché la Famiglia è una e universale.

Che si parli di questo qui da voi in Italia, da noi in Francia, oppure in altri paesi europei o in tutto il mondo non importa . Infatti vorrei rivolgere un pensiero al mio amico Bobby che lotta come noi negli Stati Uniti contro le lobby gay perché non vogliamo che la donna sia considerata una merce, non vogliamo che i bambini siano volontariamente privati di un padre o di una madre, oppure di entrambi.

Conosco un po’ l’Italia. Varie volte ho avuto l’occasione di venire e in circostanze sempre diverse.

La prima volta che sono venuto era nel 1981, dopo una grave malattia che mi ha stravolto durante la mia adolescenza. Per ringraziare il Signore di esserne uscito, mi sono recato a San Damiano là dove viveva ancora Mama Rosa che aveva incontrato la Vergine Maria. Poi ho avuto la fortuna di venire a Roma per partecipare a un’udienza privata con Papa Giovanni Paolo II. Ma ci sono state anche diverse altre occasioni di venire qui.

Il legame che mi unisce all’Italia è stato anche di tipo affettivo, infatti ho vissuto 8 anni con un amico italiano.

Allora, nel mese di novembre 2012 in Francia, i media annunciarono che tutte le persone omosessuali erano a favore del matrimonio fra persone dello stesso sesso e che tutti gli omosessuali vorrebbero dei bambini.

In realtà mi stavano rubando la mia voce, stavano rubando la nostra voce, di noi omosessuali che non avevamo chiesto niente di tutto ciò.

Perciò ho deciso di prendere carta e penna come un semplice cittadino e di scrivere sul sito di un noto settimanale francese: Le Nouvel Observateur.

Quel articolo intitolato “Sono omosessuale, non gay: cessate questa confusione!” fa rapidamente il giro della rete con più di 110.000 visite.

Nell’ articolo scrivo fra l’altro che: “non sono orgoglioso del mio orientamento omosessuale piú di quanto un etero non lo sia del suo.”

Vorreimricordare in maniera chiara che “i gay si richiamano ad una cultura, ad uno stile di vita. Hanno bisogno che il loro macellaio, il loro panettiere, il loro venditore di giornali sia gay. Vogliono vivere con altri gay… Io, in quanto omosessuale e come individuo di una nazione, ho sempre fatto la scelta di alloggiare e di agire senza preoccuparmi dell’orientamento sessuale dei miei vicini o dei miei colleghi di lavoro.

Proseguendo nell’articolo faccio una domanda importante: “Perché vogliono una legge a favore del matrimonio fra persone dello stesso sesso? Per le persone omosessuali o per la centinaia di “gay”che vivono nelle zone chic di Parigi?”

A seguito di questo abbiamo fondato un collettivo chiamato HomoVox, che riunisce centinaia e centinaia di omosessuali contro la legge sui matrimoni gay. Ho avuto la possibilità di dare una testimonianza video, e l’ho accettata ben volentieri. Dopo tanti articoli e testimonianze, mi sono ritrovato il 25 gennaio 2012 di fronte al Presidente della Repubblica francese.

Quando gli ho detto che la legge sui matrimoni gay era in realtà l’albero dietro al quale si nascondeva la foresta della maternità surrogata e della procreazione medicalmente assistita, lui mi ha risposto:

“Non sono assolutamente favorevole a questo e mi esprimerò contro”.

In Francia abbiamo seri dubbi su questa questione. Sappiamo che in occasione della presentazione della prossima legge sulla famiglia, a marzo, dei deputati dell’attuale maggioranza depositeranno emendamenti a favore della Procreazione medicalmente assistita e della Maternità surrogata.

Come omosessuale e sin dall’inizio del mio impegno, non lavoro a favore di un partito politico e nemmeno a favore di una comunità, a me non piacce il comunitarismo. Combatto in coscienza e con tutte le mie forze affinché ogni bambino abbia un padre e una madre.

Se io fossi eterosessuale, avrei perseguito lo stesso scopo, vale a dire quello della razionalità!

Il mio impegno non ha niente a che vedere con il mio orientamento sessuale.

Mi sono impegnato perché se uno ha un minimo di compassione per gli esseri umani, certamente non si può accettare che un bambino rimanga senza punti di riferimento sociali.

Mi sono impegnato perché se fra vent’anni incontrassi un ragazzo o una ragazza, figlio di una copia dello stesso sesso, non voglio che mi rimproveri di averlo privato della possibilità di avere un padre e una madre, come ogni bambino, figlio di una copia divorziata, una copia di fatto o sposata. Per tutti, si vuole un padre e una madre!

Mi sono impegnato perché il mio desiderio di aver dei figli non deve aver come conseguenza la venuta al mondo di un bambino senza l’affetto materno.

Mi sono impegnato perché in quanto persona responsabile, non voglio un giorno dover rispondere a mio figlio che mi chiederà chi fosse sua madre, che la sua identità non è diversa dal numero di un assegno.In Francia La Manif Pour Tous è vittima di discriminazione quando non è oggetto di gravi violenze poliziesche o di pesanti condanne giudiziarie. Sto pensando a Nicola, un giovane di 23 anni fermato il 19 giugno 2013 per aver indossato una felpa de La Manif Pour Tous sugli Champs-Elysees e condannato a due mesi di carcere!

Le Autorità del mio paese non hanno voluto sentire la voce di una petizione che aveva raccolto 700.000 firme!

In Francia la legge che apre il matrimonio alle coppie  dello stesso sesso è stata votata in fretta a mani alzate in seconda lettura al fine di preservare la pace sociale!

In Francia le più alte autorità hanno dichiarato che eravamo 300.000 persone quando in realtà sono scesi in piazza più di 1 milione di cittadini!

Vorrei anche cogliere l’occasione per ringraziare da parte de La Manif Pour Tous uno dei vostri connazionali, Luca Volontè, già Presidente del PPE a Strasburgo. Grazie a uno di voi, cari amici Italiani, il comitato dei ministri del Consiglio dell’Europa ha chiesto in data 23 aprile 2013 una questione al Governo francese riguardo la gestione delle manifestazioni in favore della famiglia e ha insistentemente chiesto al Governo di dare spiegazioni. Cosa inedita nella patria dei diritti dell’uomo. Grazie Signor Luca Volontè.

Se domani in Francia o in Italia dovessero essere approvate la maternità surrogata oppure la procreazione assistita, purtroppo non saremo noi a pagarne le conseguenze.

A pagarne il prezzo saranno prima di tutto i bambini stessi, privati del diritto legittimo alla filiazione diretta. Li priveremo del diritto ad aver un padre e una madre.

Ne pagheranno il prezzo gli omosessuali stessi, perchè sono queste leggi stesse che stanno creando omofobia, non chi scende in piazza.

Oggi non abbiamo necessità d’indossare una gonna da sposa per aver gli stessi diritti.

Il desiderio ad aver un bambino è una realtà singolare e dolorosa. Io lo so. Ma noi omosessuali non chiediamo alla società un bricolage legislativo per cambiare la realtà.

La politica del governo francese non ha altro scopo che uccidere la Famiglia. Il Governo famigliafobico, uccide la famiglia.

La Manif Pour Tous in Francia continua a chiedere l’abrogazione della legge che autorizza il matrimonio fra persone dello stesso sesso.

Oltre la necessaria abrogazione di tale legge, proponiamo che venga riconosciuta la filiazione all’interno della famiglia. Un bambino non è ne merce di scambio,  ne carne da macello, è un essere umano che ha diritto a conoscere l’origine culturale, geografica, sociale e religiosa dei suoi genitori.

Riguardo le prossime elezioni europee, ricorderemo ai candidati l’importanza delle decisioni che saranno chiamati a prendere. I candidati dovrebbero firmare una carta dichiarando di proteggere la famiglia e di rispettare le persone.

Siete invitati a fare lo stesso in Italia perché siamo convinti che la famiglia è il posto migliore per crescere ed essere educati.

Siamo convinti che la famiglia è la cellula base della società e che la famiglia assicura il futuro e il progresso del paese.

Il 21 ottobre scorso ho pubblicato un libro intitolato  “OMOSESSUALE contro il matrimonio per “tutti”. Questa pubblicazione è censurata dai media sotto la pressione della LGBT.

Questa lobby mi accusa di essere un traditore perché non la penso ciome  i 2000 gay di Parigi. È un atteggiamento totalmente omofobico da parte loro. significa che un omosessuale non può ne pensare ne agire autonomamente.

Più grave ancora è il fatto che ho ricevuto minacce di morte sul web.

Chi è omofobo, La Manif Pour Tous oppure loro?

Noi cittadini italiani o francesi, uomini e donne di ragione, che stiamo omosessuali o eterosessuali, proseguiremo il nostro cammino di uomini responsabili che vogliono lasciare dietro di sé un pianeta dove gli uomini con la U maiuscola non sono dei beni commerciali.

La cosiddetta libertà, voluta da alcuni, non deve condannare l’uomo e la sua diversità. Il diritto alla differenza deve rimanere l’unica libertà dell’essere umano. La natura è l’unica a poter vigilare!

Perciò La Manif Pour Tous vi ringrazia per aver creato La Manif Pour Tous Italia. Vi ringrazio di cuore per avermi accolto in maniera così calorosa.

Grazie a tutti voi, ci rivedremo presto in occasione di una grande manifestazione europea. Non rinunceremo mai!

 

 

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IN DIFESA DELLA FAMIGLIA – Intervento di Guido Guastalla, della Comunità Ebraica, per la Manifestazione LMPT dell’11 Gennaio

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Cari amici intervengo molto volentieri alla vostra e nostra manifestazione. In quanto ebreo, già vicepresidente e assessore alla cultura della Comunità ebraica di Livorno, intervengo ovviamente a titolo personale, esprimendo il mio personale punto di vista, ma che ritengo in accordo con la nostra tradizione e con l’insegnamento rabbinico della Torah e del Talmud.

La proposta di legge dell’On. Scalfarotto sull’omofobia coinvolge oltre alla difesa del diritto di libertà di espressione, quello della famiglia naturale, dell’opposizione al matrimonio omosessuale, allaomogenitorialità e alla adozione da parte di coppie dello stesso sesso.

E’ apparentemente strano che la difesa di questo diritto alla libertà di espressione, che nasce con il pensiero illuministico, difeso dalle minoranze religiose e laiche e che si realizza nello Stato di diritto post-secolare, sia difeso oggi dagli uomini di fede. In realtà invece le fedi religiose e il Cristianesimo cattolico in particolare, liberatisi dal secolarismo, sono divenute potenti strumenti di rivendicazione di libertà responsabile per tutti, riconoscendosi portatrici di valori etici a cui assicurare piena libertà di presenza nel dibattito e nella sfera pubblica. Ciò che infastidisce oggi molti, che avevano creduto in un mondo senza Dio e in una fede relegata ai margini della società, è che il divino nelle sue diverse accezioni e declinazioni, è presente , ha ripreso vigore e visibilità, influenzando non solo la sfera intima dell’identità e della esperienza religiosa, ma anche quella socio-culturale e politica.

Recentemente un importante giornalista, laico e agnostico ancorché rispettoso e aperto all’esperienza religiosa come Piero Ostellino sul Corriere della Sera,  ricordava, commentandolo, un documento  dell’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali e del Dipartimento delle Pari Opportunità del Governo italiano intitolato “Linee guida per una informazione rispettosa delle persone Lgbt” ad uso dei giornalisti per una informazione rispettosa di Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transessuali. Il documento raccomanda di non usare espressioni come “matrimonio tradizionale, “matrimonio normale”, “matrimonio gay”, “adozioni gay”, “coppie sterili”, “utero in affitto”, da sostituire con espressioni come “matrimonio fra persone dello stesso sesso” e così via.

Concludeva Ostellino che:”Partire da una proposizione descrittiva  - le coppie dello stesso sesso sono sterili – per pervenire ad una prescrittiva – non lo si deve dire perché è discriminatorio rispetto alle coppie maschio-femmina – è un salto logico non solo perché lo dice David Hume.,ma perché è una pura idiozia” e il burocrate ignora il senso del ridicolo.

Gli stessi temi riprendono su un giornale laico come Il Foglio, alcuni giorni, dopo Nicoletta Tiliacos e Francesco Agnoli il quale ricorda molto opportunamente che anche nel mondo romano si afferma che “nuptiae sunt coniuctio maris et feminae, consortium omnis vitae, divini et humani iuriscommunicatio”(le nozze sono l’unione di un uomo e di una donna, il consorzio di una vita, la comunione fra diritto divino e quello umano – Modestino III sec. D. C.) e che “anche nell’antica Grecia il matrimonio è sempre solo e soltanto tra uomo e donna”. D’altra parte anche nella più bella Costituzione del mondo all’articolo 29 “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”. Sarebbe quindi necessario cambiarla proprio nella prima parte, quella ritenuta fra virgolette sacra.

Non potendo qui affrontare in modo disteso la “teoria del gender”, dobbiamo comunque riconoscere che dietro la volontà dei militanti LGBT di negare la differenza sessuale (il genere è una pura convenzione sociale, quindi ogni rappresentazione sociale della sessualità diventa costruita, acquisita e artificiale) c’è il confronto fra due visioni del mondo. L’allora Rabbino Capo di Francia Rav GillesBernheim si chiedeva nel suo “Quello che spesso si dimentica di dire” (ed. italianawww.salomonebelforte.com) se: “Il matrimonio omosessuale e il diritto all’adozione per le coppie dello stesso sesso non saranno che un mezzo per far esplodere le fondamenta della società, per rendere possibile ogni forma di unione e, infine, liberare l’uomo da una morale ancestrale e far sparire così definitivamente la nozione stessa di differenza sessuale”.

Il Rabbino Alberto Moshè Somekh della Comunità di Torino, nella postfazione a questo stesso libro ricorda opportunamente la differenza fra la tradizione ebraica e quindi cristiana e quella greca:”Sia  i Greci che gli Ebrei possiedono miti che spiegano l’amore come la ricongiunzione di due creature nella loro unità preesistente”. Questi miti si trovano nel Simposio di Platone e nello Zohar, il testo classico del misticismo ebraico. “In entrambe le leggende si racconta che l’essere umano era originariamente bifronte e ad un certo punto la Divinità separò le due metà, mettendole in condizione di ricercarsi a vicenda. Ma le conclusioni sono assai differenti. Nel mito greco si afferma che coloro che derivano da un androgino ricercano un partner del sesso opposto mentre quelli che erano originariamente combinati con una figura dello stesso sesso, che fosse maschio o femmina, vanno alla ricerca di un/una compagna corrispondente. Lo Zohar sostiene invece che Dio creò esclusivamente androgini. <Li divise in due, separando il maschio dalla femmina, e li mise uno di fronte all’altro. E quando la donna si ricongiunse con l’uomo D. li benedisse, come nel corso della cerimonia nuziale> (III, 4b). L’omosessualità non fa parte del piano della Creazione. Solo nell’unione solenne di marito e moglie trova dimora la Presenza Divina”.

Nella introduzione allo stesso libro del Rabbino Bernheim, l’Arcivescovo di Ferrara Mons. Luigi Negri, concordando pienamente con le tesi di parte ebraica afferma che “Secondo l’autentica tradizione dell’Occidente, che come ci ha insegnato Benedetto XVI è opera sinergicamente del <domandarsi greco>, del <profetismo ebraico> e della fede cattolica, il punto centrale si può sintetizzare così: c’è una priorità dell’ontologia sull’etica, la psicologia, la sociologia ….La coscienza umana quindi non produce la realtà come se fosse suo oggetto, né può manipolarla, ma deve commisurarsi ad essa, leggendo le grandi indicazioni morali che sono contenute nella oggettività del reale”.

Anche in un altro libro prezioso intitolato “Il cielo e la terra”, dialogo fra l’allora Cardinale JorgeBergoglio, oggi Papa Francesco e il Rabbino Capo di Buenos Aires Abraham Skorka c’è una concordanza assoluta su questi temi.

Mentre il Rabbino afferma che se da una parte le coppie conviventi dello stesso sesso hanno diritto “a una soluzione legale di problemi quali la pensione, l’eredità ecc(che potrebbero inquadrarsi in una formula giuridica nuova),  equiparare la coppia omosessuale a quella eterosessuale è un’altra cosa”, il cardinale risponde:”Concordo in pieno. Per definire il tema utilizzerei l’espressione <regresso antropologico>, perché significherebbe indebolire una istituzione millenaria che si è forgiata in accordo con la natura e l’antropologia>”. Anche nel mondo antico, dice il Cardinale, nel quale l’omosessualità veniva apprezzata o non apprezzata, tollerata o non tollerata ma mai nessuno ha mai voluto equipararla. Solo nella nostra epoca “è la prima volta che si pone il problema giuridico di assimilarla al matrimonio, cosa che giudico un disvalore e un regresso antropologico. Di fronte ad un’unione privata non c’è un terzo o una società danneggiata. Se invece le si attribuisce la categoria di matrimonio e le si dà accesso all’adozione ciò implica il rischio di danneggiare dei bambini. Ogni individuo ha bisogno di un padre maschio e di una madre femmina che lo aiutino a plasmare la propria identità”.

Siamo ancora liberi di dire queste cose fino a che la legge proposta dall’On Scalfarotto non venisse approvata. Una volta approvata ( e noi riteniamo che le leggi attuali, rettamente applicate siano sufficienti a difendere i diritti degli omosessuali da qualunque violenza, prepotenza, offesa anche verbale) nel difendere dall’omofobia gli omosessuali, renderebbe necessaria una legge contro l’eterofobia e soprattutto a difesa del diritto di libertà di espressione, che ci è così caro e a cui non vorremmo rinunciare.

 

Guido Guastalla

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Per la libertà di opinione.