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Intervento di Jacopo Coghe, presidente del La Manif Pour Tous Italia, pronunciato ieri durante la manifestazione in difesa della famiglia di Parigi dove hanno partecipato 500.000 persone.

Jacopo Coghe - Parigi 2 Febbraio 2014

Buongiorno a tutti,

vorrei ringraziare gli organizzatori per l’invito a partecipare a questa manifestazione, un saluto particolare vorrei rivolgerlo a tutti voi popolo di Francia: siete un esempio per l’Europa ed in particolare per il popolo italiano della Manif Pour Tous Italia, che io rappresento.  

Siamo qui oggi per affermare che non ci presteremo ad essere strumenti di violenza e di distruzione, difenderemo la famiglia pagando anche di persona se necessario.

Mi rende pieno di orgoglio e di coraggio vedere presenti tra di voi oggi tanti giovani e famiglie: questo è l’unico futuro possibile per l’Italia e per la Francia!

La famiglia è bersagliata all’interno del Parlamento Europeo, dove leggi che non tengono in nessun conto della realtà stanno per essere approvate, per questo vorrei dire a gran voce ai Parlamentari europei che anche l’Italia difende senza esitazione la famiglia e il matrimonio tra un uomo e una donna e rifiuta fortemente  il progetto Lunacek.

Noi italiani, anche mossi dal vostro esempio e dal vostro coraggio, ci stiamo mobilitando per difendere questi valori, continuiamo a sostenerci a vicenda in questo fronte di difesa, perché solo tra l’unione di un uomo e una donna può formarsi quell’edificio stabile che è la famiglia, luogo per eccellenza della solidarietà e dell’accoglienza.

Vi porto i saluti del popolo de La Manif Pour Tous Italia e torno a Roma con un grosso bagaglio di speranza per il futuro dell’Europa.

La famiglia è nelle nostre mani, proteggiamola!

W l’Italia e W la France!

La Manif Pour Tous - Parigi 2 Febbraio 2014

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PRESIDIO CONTRO I PROGETTI ANTI- FAMIGLIA DELLE LOBBY LGBT

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Roma, 2 febbraio 2014 ore 11.00 – Presidio in Piazza Farnese

Parigi, Lione, Bruxelles, Bucarest, Madrid, Varsavia e Roma … In contemporanea, in diverse città d’Europa, il prossimo 2 febbraio, La Manif Pour Tous promuove una mobilitazione, in difesa della famiglia, contro  il tentativo di approvazione della bozza sull’uguaglianza fondata sull’“orientamento sessuale e l’identità di genere”, più nota come rapporto Lunacek.
Questi progetti LGBT e anti- famiglia sono definiti nell’Unione Europea: per costruire un’opposizione efficace dobbiamo agire in modo concertato con gli altri Stati membri, manifesteremo quindi simultaneamente in altre capitali europee.

Il Coordinamento de La Manif Pour Tous Italia, commenta così l’iniziativa: «Dobbiamo essere uniti per difendere e promuovere l’unicità del matrimonio tra un uomo e una donna, i diritti dei bambini e la famiglia presso le Istituzioni europee. C’è una emergenza antropologica, che si presenta come emergenza giuridico-legislativa, di attacchi sistematici alla famiglia, che è il nucleo della società, da parte di lobbies LGBT. Il matrimonio tra un uomo e una donna è un valore civile e antropologico, su cui ci ritroviamo aldilà delle differenti posizioni sul piano culturale e religioso».
E’ tempo di allertare nuovamente i tanti cittadini che spesso non sono al corrente della gravità di certi atti dell’Europarlamento. I diritti umani sono di tutti e non possono essere rivendicati in modo speciale da nessuna categoria.

E’ il momento di alzare la voce per difendere la famiglia!

LMPT ITALIA

L’Associazione La Manif Pour Tous – Italia nasce in stretto legame con l’omonimaassociazione francese  con lo scopo di mobilitare i cittadini italiani di tutte le confessioni religiose, politiche e culturali e risvegliarne le coscienze in merito alle problematicheriguardanti le recenti proposte di legge su omofobia e transfobia, teoria del gender, matrimoni e adozioni a coppie omosessuali. Il suo scopo è garantire la libertà di espressione, preservare l’unicità del matrimonio tra uomo e donna e il diritto del bambino ad avere un padre ed una madre.

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ROMA, MANIF POUR TOUS: BANDIERA MANIF DI 600 MQ A PIAZZA DEL POPOLO PER DIRE NO A HOLLANDE E LE POLITICHE DI MARINO

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Roma, 24 gennaio 2014

La Manif Pour Tous Italia ha srotolato nella giornata di oggi, venerdì 24 gennaio, una bandiera col logo della Famiglia di 600 mq in piazza del Popolo, per manifestare il proprio disagio per la venuta a Roma del Presidente francese Hollande, promotore di politiche contro la famiglia naturale.

Contemporaneamente si esprime preoccupazione per il progetto del sindaco Marino di promuovere l’insegnamento del gender nelle scuole romane.

La  Manif Pour Tous Italia ribadisce ancora una volta la propria contrarietà alla legge Scalfarotto e promette nuove eventi pacifici per sensibilizzare i cittadini.

Prossimo appuntamento sarà il 2 febbraio a p.zza Farnese, in contemporanea con altre città europee, per dire No al rapporto Lunacek.

 

Comitato de La Manif Pour Tous

Il Comitato

La Manif Pour Tous – Italia

sito  www.lamanifpourtous.it 

mail  info@lamanifpourtous.it

facebook  La Manif Pour Tous Italia 

twitter  @manifpourtousit 

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LA GENITORIALITA’, PLATONE E LA NUOVA MORALE

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«Mentre l’opinione pubblica è concentrata sulle contrastanti notizie provenienti dalla politica e dall’antipolitica, si stanno realizzando, per quanto riguarda i rapporti privati, riforme di forte incisività. Si tratta di portare a compimento il Nuovo diritto di famiglia, varato nel 1975, che un legislatore definì allora: “Una legge di oggi che diventerà la morale di domani”».

Questo è l’incipit di un breve ma denso e importantissimo articolo di Silvia Vegetti Finzi (CdS, 15/12/2013, p. 37) intitolato “Addio per legge al padre padrone. I figli sono di chi li cresce e li educa”.

L’articolo è passato in realtà abbastanza inosservato. E invece merita la massima attenzione, veramente una sorta di attenta esegesi che va ben al di là della semplice questione dei figli nati fuori dal matrimonio o anche di quella del cosiddetto “padre padrone”.

L’autrice ci palesa in poche righe una delle più grandi, devastanti e profonde rivoluzioni in atto sotto i nostri occhi, destinata a sovvertire per sempre l’ordine naturale del creato, creando a sua volta “la morale di domani”, per l’appunto. Come vedremo ora, non è neanche più questione di educarci al “sesso libero” in sé, o al gusto del rapporto con lo stesso sesso, con i bambini o magari con le bestie.

Qui si va oltre, è in gioco qualcosa che va al di là della morale per incidere direttamente sul DNA del creato stesso, se così si può dire: è in gioco il concetto di genitore e figlio, la “genitorialità”, per usare un termine rivoluzionario.

Anzitutto è da sottolineare proprio la prima riga dell’articolo. La Vegetti Finzi ci palesa la prima grande verità preliminare: mentre tutti pensano alle pur importanti e in certi casi imprescindibili questioni economiche (o magari alla legge elettorale), “altri” stanno pensando a “transustanziare” la famiglia stessa e il mondo in cui dovranno vivere i nostri figli. E in che maniera? Procedendo «attraverso mutamenti lessicali destinati a provocare mutamenti reali su nostro modo di vivere insieme e sulla costruzione dell’identità personale». Ecco perché niente più figli “legittimi”, “naturali”, “adottivi”: queste parole saranno cancellate perché deve essere cancellato il significato stesso che sottintendono, il mondo che sottintendono, la morale che le presuppone, in quanto ora la “genitorialità” si fonderà «sulla responsabilità piuttosto che sul potere». E sul sangue, aggiungiamo noi. I figli non appartengono più a chi li mette al mondo, ma «a chi li riconosce, li cresce e li educa adeguatamente».

Da anni, decenni, chi scrive aveva sempre pensato che dietro i sempre più numerosi casi di esproprio da parte dello Stato dei figli a genitori violenti o disumani (o presentati tali) si celasse la volontà di distruzione della famiglia. Oggi ci siamo arrivati e la maschera sta per essere gettata: «tutti hanno diritto ai medesimi rapporti di parentela» e «poiché la famiglia è un sistema, nulla sarà come prima» e si arriverà infine appunto «a un nuovo quadro antropologico e, di conseguenza, a una nuova morale».

L’autrice conclude ricordando peraltro che se non vi sarà più ovviamente il padre autoritario della società premoderna, non vi dovrà più essere nemmeno il “genitore-amico” della modernità (e questo appare l’unico lato positivo, interessante e indiretta ammissione dell’idiozia pedagogica odierna), ma si richiederà «a entrambi i genitori una autorevolezza fondata sul riconoscimento reciproco, confermato dalla comunità».

Mi soffermo – fra tutti gli innumerevoli possibili spunti di approfondimento – solo su quest’ultima asserzione. Che vuol dire “confermato dalla comunità”? Forse che si è padre o madre solo perché e nella misura in cui e fino a quando la “comunità” me lo riconosce e concede? E chi è la “comunità”? Lo Stato? La magistratura? I “comizi popolari”? E se un genitore non dovesse essere riconosciuto come padre di chi ha generato, o se un giorno perdesse tale riconoscimento, chi sarebbe il padre del “generato”?

A questa ultima terrificante domanda, risponde la Vegetti Finzi nella conclusione del suo articolo: «Ogni adulto in quanto tale» sarà «responsabile del benessere e della crescita delle nuove generazioni».

Ecco la nuova morale, l’ultimo passo della rivoluzione antropologica. Tutti saremo figli di tutti e tutti saranno genitori di tutti. Pertanto, non esisteranno più la figura del padre e della madre (e pertanto qui si va oltre anche all’affidamento di bambini a coppie omosessuali), perché, come insegnano in Spagna, quando si è “todos caballeros” nessuno è più cavaliere. E non saremo quindi neanche più figli, perché non avremo più genitori.

Come dicevo, qui si va ben al di là delle follie omosessualiste, pedofiliste o bestialiste. Si sta distruggendo “materialmente” la cellula su cui si fonda la società umana. È come se ad Aristotele si volesse sostituire Platone. Ma non il Platone sessantenne del Politico o quello ottantenne de Le Leggi, uomo anziano e poi vecchio che è stato e sarà fondamento della civiltà occidentale, ma il Platone quarantenne de La Repubblica, quello che si studia banalmente sui banchi di scuola.

Ce lo ricordiamo? Atene ha perso la guerra con Sparta a causa delle lacerazioni sociali interiori, a loro volta causate dall’invidia dei demagoghi verso ricchi e potenti. Quale può essere allora lo Stato ideale fondato sull’armonia? Uno Stato in cui gli uomini con l’anima d’oro (i reggenti-filosofi che fondano la loro vita sul Logos dell’anima razionale) e con l’anima d’argento (i guardiani-militari, che fondano la loro vita sulla parte irascibile dell’anima) non devono più possedere alcuna forma di proprietà privata allo scopo di raggiungere l’uguaglianza assoluta e perpetua, al punto tale che dovranno vivere in comune, in caserme comuni, con donne comuni, e, conclude Platone, con figli comuni, in quanto un figlio costituirebbe “proprietà privata” e quindi disuguaglianza. A tal fine, occorrerà strappare i figli appena nati dalle madri, così che queste mai potranno riconoscerli e tutti si sentiranno genitori di tutti e figli al contempo di tutti.

È il comunismo platonico, il cui scopo dichiarato era la scomparsa dell’invidia sociale, almeno fra le classi con responsabilità politica e militare (tutto il resto del popolo, per Platone quarantenne, aveva l’anima di bronzo, e viveva servo dell’anima concupiscibile, e, in quanto tale, non poteva rinunciare alla famiglia e una limitata proprietà privata).

La Rivoluzione è un mostro che si rigenera di continuo cambiando progressivamente uomini, strumenti, progetti e anche idee, in parte. Ma c’è una cosa che non può cambiare: ed è il suo motore inesauribile, la struttura della sua stessa esistenza: l’invidia. L’invidia che odia ogni forma possibile e immaginabile di disuguaglianza e ha come progetto immutabile la realizzazione dell’uguaglianza perfetta, mediante la distruzione di ogni diversità, fino a quelle più strutturali, come i generi naturali (ecologismo), come la famiglia, e come i sessi, o come l’intelligenza, o la salute stessa.  E odiando ogni diversità, odia il mondo stesso, che è stato strutturalmente creato da Dio gerarchicamente. E lo odia perché odia Dio, fonte di ogni gerarchica differenza e al contempo Padre comune di tutto ciò che esiste.

L’inferno in terra ci si sta preparando, proprio mentre noi, affamati da governi e banche complici, ci dibattiamo preoccupati della legge elettorale, di Renzi, delle donne o del cane di Berlusconi e dell’IMU. O, magari, ci sentiamo dire che il più grande male del mondo di oggi sono gli anziani abbandonati e i giovani disoccupati.

Un giorno, se non spezziamo la secolare catena dell’autodistruzione, non ci saranno più neanche i giovani e gli anziani, come non ci saranno più i figli e i genitori, né tanto meno case private su cui pagare l’IMU né lavoro personale. Ma ci sarà il mondo del film “Metropolis”.

Il tempo vola sotto i nostri piedi, la Rivoluzione gnostica e ugualitaria sta andando verso le sue più estreme conseguenze: è tempo che ce ne rendiamo conto, tutti insieme, aprendo gli occhi della mente e del cuore alla realtà come essa è, e, al contempo, spalancando le porte della nostra Fede alla Speranza incrollabile e certissima che il “capo” della Rivoluzione, fonte di ogni odio, sarà schiacciato inesorabilmente da Colei che tutto può in Dio ed è Madre della Carità, con il servizio di coloro fra gli uomini che avranno compiuto la loro scelta di campo, in obbedienza gerarchica e in carità di intenti e azioni, in questi giorni in cui chi non sceglie ha già scelto.

 di Massimo Viglione – 31/12/2011

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Intervento di Francesco Belletti – Presidente del Forum delle Associazioni Familiari

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Alcune frasi dell’intervento del Presidente del Forum delle Associazioni Familiari, lo scorso 11 Gennaio durante la manifestazione a Piazza Santi Apostoli.

“Siamo in piazza per protestare contro una legge che rischia di introdurre un reato di opinione, una legge che non definisce il reato di omofobia, ma persegue le “affermazioni omofobe”. E ci si sente dire che sostenere che un bambino ha diritto ad un padre e ad una madre” è una posizione omofoba! Siamo qui per difendere la libertà per ciascuno di esprimere i propri valori. Nessuna obiezione alle libere scelte di vita delle persone: ma la famiglia è un’altra cosa!

 

…Oggi stanno in piazza le famiglie, chi crede nella famiglia della Costituzione, in quella “società naturale fondata sul matrimonio” troppo spesso dimenticata. E quando le famiglie occupano le piazze, abitano lo spazio pubblico del Paese, accade sempre qualcosa di buono, perché le famiglie sono risorsa pubblica.

 

… So che fare citazioni in piazza non è cosa semplice; però consentitemi di leggere questo testo: “La famiglia come unione più o meno durevole, socialmente approvata, di un uomo, una donna e i loro figli… è un fenomeno universale, reperibile in ogni e qualunque tipo di società”. Forse che anche questa affermazione è omofoba? Allora bisognerebbe condannare anche Claude Levi Strauss, antropologo e certamente laico, che già nel 1952 segnalava la differenza tra maschile e femminile come fattore invariante dell’identità della famiglia. Questa è la sfida culturale oggi in gioco.

 

… In questa piazza siamo davanti alla statua che rappresenta Enea, Anchise e Iulo  che fuggono dalla distruzione della propria città, ricordando a tutti che la solidarietà tra le generazioni è una dimensione irrinunciabile di ogni società, che corre certamente attraverso la famiglia. Di questi valori dobbiamo tornare a parlare, questi sono i valori che la famiglia custodisce, per il bene comune di tutti. Questi sono i

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Intervento di Jean-Pier Delaume-Myard, omosessuale Francese contro i matrimoni gay. 11 Gennaio – LMPT

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Cari amici, buonasera a tutti!

Purtroppo non  ho la fortuna di parlare la vostra bella lingua, quindi permettetemi di intervenire in francese

Sono molto felice e onorato di essere qui  in Italia, in mezzo a voi, con La Manif pour Tous Italia.

Quello che ci riunisce tutti qui oggi è il valore fondamentale della Famiglia. Noi stessi formiamo una bella e grande famiglia che va ben aldilà dei nostri confini nazionali poiché la Famiglia è una e universale.

Che si parli di questo qui da voi in Italia, da noi in Francia, oppure in altri paesi europei o in tutto il mondo non importa . Infatti vorrei rivolgere un pensiero al mio amico Bobby che lotta come noi negli Stati Uniti contro le lobby gay perché non vogliamo che la donna sia considerata una merce, non vogliamo che i bambini siano volontariamente privati di un padre o di una madre, oppure di entrambi.

Conosco un po’ l’Italia. Varie volte ho avuto l’occasione di venire e in circostanze sempre diverse.

La prima volta che sono venuto era nel 1981, dopo una grave malattia che mi ha stravolto durante la mia adolescenza. Per ringraziare il Signore di esserne uscito, mi sono recato a San Damiano là dove viveva ancora Mama Rosa che aveva incontrato la Vergine Maria. Poi ho avuto la fortuna di venire a Roma per partecipare a un’udienza privata con Papa Giovanni Paolo II. Ma ci sono state anche diverse altre occasioni di venire qui.

Il legame che mi unisce all’Italia è stato anche di tipo affettivo, infatti ho vissuto 8 anni con un amico italiano.

Allora, nel mese di novembre 2012 in Francia, i media annunciarono che tutte le persone omosessuali erano a favore del matrimonio fra persone dello stesso sesso e che tutti gli omosessuali vorrebbero dei bambini.

In realtà mi stavano rubando la mia voce, stavano rubando la nostra voce, di noi omosessuali che non avevamo chiesto niente di tutto ciò.

Perciò ho deciso di prendere carta e penna come un semplice cittadino e di scrivere sul sito di un noto settimanale francese: Le Nouvel Observateur.

Quel articolo intitolato “Sono omosessuale, non gay: cessate questa confusione!” fa rapidamente il giro della rete con più di 110.000 visite.

Nell’ articolo scrivo fra l’altro che: “non sono orgoglioso del mio orientamento omosessuale piú di quanto un etero non lo sia del suo.”

Vorreimricordare in maniera chiara che “i gay si richiamano ad una cultura, ad uno stile di vita. Hanno bisogno che il loro macellaio, il loro panettiere, il loro venditore di giornali sia gay. Vogliono vivere con altri gay… Io, in quanto omosessuale e come individuo di una nazione, ho sempre fatto la scelta di alloggiare e di agire senza preoccuparmi dell’orientamento sessuale dei miei vicini o dei miei colleghi di lavoro.

Proseguendo nell’articolo faccio una domanda importante: “Perché vogliono una legge a favore del matrimonio fra persone dello stesso sesso? Per le persone omosessuali o per la centinaia di “gay”che vivono nelle zone chic di Parigi?”

A seguito di questo abbiamo fondato un collettivo chiamato HomoVox, che riunisce centinaia e centinaia di omosessuali contro la legge sui matrimoni gay. Ho avuto la possibilità di dare una testimonianza video, e l’ho accettata ben volentieri. Dopo tanti articoli e testimonianze, mi sono ritrovato il 25 gennaio 2012 di fronte al Presidente della Repubblica francese.

Quando gli ho detto che la legge sui matrimoni gay era in realtà l’albero dietro al quale si nascondeva la foresta della maternità surrogata e della procreazione medicalmente assistita, lui mi ha risposto:

“Non sono assolutamente favorevole a questo e mi esprimerò contro”.

In Francia abbiamo seri dubbi su questa questione. Sappiamo che in occasione della presentazione della prossima legge sulla famiglia, a marzo, dei deputati dell’attuale maggioranza depositeranno emendamenti a favore della Procreazione medicalmente assistita e della Maternità surrogata.

Come omosessuale e sin dall’inizio del mio impegno, non lavoro a favore di un partito politico e nemmeno a favore di una comunità, a me non piacce il comunitarismo. Combatto in coscienza e con tutte le mie forze affinché ogni bambino abbia un padre e una madre.

Se io fossi eterosessuale, avrei perseguito lo stesso scopo, vale a dire quello della razionalità!

Il mio impegno non ha niente a che vedere con il mio orientamento sessuale.

Mi sono impegnato perché se uno ha un minimo di compassione per gli esseri umani, certamente non si può accettare che un bambino rimanga senza punti di riferimento sociali.

Mi sono impegnato perché se fra vent’anni incontrassi un ragazzo o una ragazza, figlio di una copia dello stesso sesso, non voglio che mi rimproveri di averlo privato della possibilità di avere un padre e una madre, come ogni bambino, figlio di una copia divorziata, una copia di fatto o sposata. Per tutti, si vuole un padre e una madre!

Mi sono impegnato perché il mio desiderio di aver dei figli non deve aver come conseguenza la venuta al mondo di un bambino senza l’affetto materno.

Mi sono impegnato perché in quanto persona responsabile, non voglio un giorno dover rispondere a mio figlio che mi chiederà chi fosse sua madre, che la sua identità non è diversa dal numero di un assegno.In Francia La Manif Pour Tous è vittima di discriminazione quando non è oggetto di gravi violenze poliziesche o di pesanti condanne giudiziarie. Sto pensando a Nicola, un giovane di 23 anni fermato il 19 giugno 2013 per aver indossato una felpa de La Manif Pour Tous sugli Champs-Elysees e condannato a due mesi di carcere!

Le Autorità del mio paese non hanno voluto sentire la voce di una petizione che aveva raccolto 700.000 firme!

In Francia la legge che apre il matrimonio alle coppie  dello stesso sesso è stata votata in fretta a mani alzate in seconda lettura al fine di preservare la pace sociale!

In Francia le più alte autorità hanno dichiarato che eravamo 300.000 persone quando in realtà sono scesi in piazza più di 1 milione di cittadini!

Vorrei anche cogliere l’occasione per ringraziare da parte de La Manif Pour Tous uno dei vostri connazionali, Luca Volontè, già Presidente del PPE a Strasburgo. Grazie a uno di voi, cari amici Italiani, il comitato dei ministri del Consiglio dell’Europa ha chiesto in data 23 aprile 2013 una questione al Governo francese riguardo la gestione delle manifestazioni in favore della famiglia e ha insistentemente chiesto al Governo di dare spiegazioni. Cosa inedita nella patria dei diritti dell’uomo. Grazie Signor Luca Volontè.

Se domani in Francia o in Italia dovessero essere approvate la maternità surrogata oppure la procreazione assistita, purtroppo non saremo noi a pagarne le conseguenze.

A pagarne il prezzo saranno prima di tutto i bambini stessi, privati del diritto legittimo alla filiazione diretta. Li priveremo del diritto ad aver un padre e una madre.

Ne pagheranno il prezzo gli omosessuali stessi, perchè sono queste leggi stesse che stanno creando omofobia, non chi scende in piazza.

Oggi non abbiamo necessità d’indossare una gonna da sposa per aver gli stessi diritti.

Il desiderio ad aver un bambino è una realtà singolare e dolorosa. Io lo so. Ma noi omosessuali non chiediamo alla società un bricolage legislativo per cambiare la realtà.

La politica del governo francese non ha altro scopo che uccidere la Famiglia. Il Governo famigliafobico, uccide la famiglia.

La Manif Pour Tous in Francia continua a chiedere l’abrogazione della legge che autorizza il matrimonio fra persone dello stesso sesso.

Oltre la necessaria abrogazione di tale legge, proponiamo che venga riconosciuta la filiazione all’interno della famiglia. Un bambino non è ne merce di scambio,  ne carne da macello, è un essere umano che ha diritto a conoscere l’origine culturale, geografica, sociale e religiosa dei suoi genitori.

Riguardo le prossime elezioni europee, ricorderemo ai candidati l’importanza delle decisioni che saranno chiamati a prendere. I candidati dovrebbero firmare una carta dichiarando di proteggere la famiglia e di rispettare le persone.

Siete invitati a fare lo stesso in Italia perché siamo convinti che la famiglia è il posto migliore per crescere ed essere educati.

Siamo convinti che la famiglia è la cellula base della società e che la famiglia assicura il futuro e il progresso del paese.

Il 21 ottobre scorso ho pubblicato un libro intitolato  “OMOSESSUALE contro il matrimonio per “tutti”. Questa pubblicazione è censurata dai media sotto la pressione della LGBT.

Questa lobby mi accusa di essere un traditore perché non la penso ciome  i 2000 gay di Parigi. È un atteggiamento totalmente omofobico da parte loro. significa che un omosessuale non può ne pensare ne agire autonomamente.

Più grave ancora è il fatto che ho ricevuto minacce di morte sul web.

Chi è omofobo, La Manif Pour Tous oppure loro?

Noi cittadini italiani o francesi, uomini e donne di ragione, che stiamo omosessuali o eterosessuali, proseguiremo il nostro cammino di uomini responsabili che vogliono lasciare dietro di sé un pianeta dove gli uomini con la U maiuscola non sono dei beni commerciali.

La cosiddetta libertà, voluta da alcuni, non deve condannare l’uomo e la sua diversità. Il diritto alla differenza deve rimanere l’unica libertà dell’essere umano. La natura è l’unica a poter vigilare!

Perciò La Manif Pour Tous vi ringrazia per aver creato La Manif Pour Tous Italia. Vi ringrazio di cuore per avermi accolto in maniera così calorosa.

Grazie a tutti voi, ci rivedremo presto in occasione di una grande manifestazione europea. Non rinunceremo mai!

 

 

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IN DIFESA DELLA FAMIGLIA – Intervento di Guido Guastalla, della Comunità Ebraica, per la Manifestazione LMPT dell’11 Gennaio

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Cari amici intervengo molto volentieri alla vostra e nostra manifestazione. In quanto ebreo, già vicepresidente e assessore alla cultura della Comunità ebraica di Livorno, intervengo ovviamente a titolo personale, esprimendo il mio personale punto di vista, ma che ritengo in accordo con la nostra tradizione e con l’insegnamento rabbinico della Torah e del Talmud.

La proposta di legge dell’On. Scalfarotto sull’omofobia coinvolge oltre alla difesa del diritto di libertà di espressione, quello della famiglia naturale, dell’opposizione al matrimonio omosessuale, allaomogenitorialità e alla adozione da parte di coppie dello stesso sesso.

E’ apparentemente strano che la difesa di questo diritto alla libertà di espressione, che nasce con il pensiero illuministico, difeso dalle minoranze religiose e laiche e che si realizza nello Stato di diritto post-secolare, sia difeso oggi dagli uomini di fede. In realtà invece le fedi religiose e il Cristianesimo cattolico in particolare, liberatisi dal secolarismo, sono divenute potenti strumenti di rivendicazione di libertà responsabile per tutti, riconoscendosi portatrici di valori etici a cui assicurare piena libertà di presenza nel dibattito e nella sfera pubblica. Ciò che infastidisce oggi molti, che avevano creduto in un mondo senza Dio e in una fede relegata ai margini della società, è che il divino nelle sue diverse accezioni e declinazioni, è presente , ha ripreso vigore e visibilità, influenzando non solo la sfera intima dell’identità e della esperienza religiosa, ma anche quella socio-culturale e politica.

Recentemente un importante giornalista, laico e agnostico ancorché rispettoso e aperto all’esperienza religiosa come Piero Ostellino sul Corriere della Sera,  ricordava, commentandolo, un documento  dell’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali e del Dipartimento delle Pari Opportunità del Governo italiano intitolato “Linee guida per una informazione rispettosa delle persone Lgbt” ad uso dei giornalisti per una informazione rispettosa di Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transessuali. Il documento raccomanda di non usare espressioni come “matrimonio tradizionale, “matrimonio normale”, “matrimonio gay”, “adozioni gay”, “coppie sterili”, “utero in affitto”, da sostituire con espressioni come “matrimonio fra persone dello stesso sesso” e così via.

Concludeva Ostellino che:”Partire da una proposizione descrittiva  - le coppie dello stesso sesso sono sterili – per pervenire ad una prescrittiva – non lo si deve dire perché è discriminatorio rispetto alle coppie maschio-femmina – è un salto logico non solo perché lo dice David Hume.,ma perché è una pura idiozia” e il burocrate ignora il senso del ridicolo.

Gli stessi temi riprendono su un giornale laico come Il Foglio, alcuni giorni, dopo Nicoletta Tiliacos e Francesco Agnoli il quale ricorda molto opportunamente che anche nel mondo romano si afferma che “nuptiae sunt coniuctio maris et feminae, consortium omnis vitae, divini et humani iuriscommunicatio”(le nozze sono l’unione di un uomo e di una donna, il consorzio di una vita, la comunione fra diritto divino e quello umano – Modestino III sec. D. C.) e che “anche nell’antica Grecia il matrimonio è sempre solo e soltanto tra uomo e donna”. D’altra parte anche nella più bella Costituzione del mondo all’articolo 29 “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”. Sarebbe quindi necessario cambiarla proprio nella prima parte, quella ritenuta fra virgolette sacra.

Non potendo qui affrontare in modo disteso la “teoria del gender”, dobbiamo comunque riconoscere che dietro la volontà dei militanti LGBT di negare la differenza sessuale (il genere è una pura convenzione sociale, quindi ogni rappresentazione sociale della sessualità diventa costruita, acquisita e artificiale) c’è il confronto fra due visioni del mondo. L’allora Rabbino Capo di Francia Rav GillesBernheim si chiedeva nel suo “Quello che spesso si dimentica di dire” (ed. italianawww.salomonebelforte.com) se: “Il matrimonio omosessuale e il diritto all’adozione per le coppie dello stesso sesso non saranno che un mezzo per far esplodere le fondamenta della società, per rendere possibile ogni forma di unione e, infine, liberare l’uomo da una morale ancestrale e far sparire così definitivamente la nozione stessa di differenza sessuale”.

Il Rabbino Alberto Moshè Somekh della Comunità di Torino, nella postfazione a questo stesso libro ricorda opportunamente la differenza fra la tradizione ebraica e quindi cristiana e quella greca:”Sia  i Greci che gli Ebrei possiedono miti che spiegano l’amore come la ricongiunzione di due creature nella loro unità preesistente”. Questi miti si trovano nel Simposio di Platone e nello Zohar, il testo classico del misticismo ebraico. “In entrambe le leggende si racconta che l’essere umano era originariamente bifronte e ad un certo punto la Divinità separò le due metà, mettendole in condizione di ricercarsi a vicenda. Ma le conclusioni sono assai differenti. Nel mito greco si afferma che coloro che derivano da un androgino ricercano un partner del sesso opposto mentre quelli che erano originariamente combinati con una figura dello stesso sesso, che fosse maschio o femmina, vanno alla ricerca di un/una compagna corrispondente. Lo Zohar sostiene invece che Dio creò esclusivamente androgini. <Li divise in due, separando il maschio dalla femmina, e li mise uno di fronte all’altro. E quando la donna si ricongiunse con l’uomo D. li benedisse, come nel corso della cerimonia nuziale> (III, 4b). L’omosessualità non fa parte del piano della Creazione. Solo nell’unione solenne di marito e moglie trova dimora la Presenza Divina”.

Nella introduzione allo stesso libro del Rabbino Bernheim, l’Arcivescovo di Ferrara Mons. Luigi Negri, concordando pienamente con le tesi di parte ebraica afferma che “Secondo l’autentica tradizione dell’Occidente, che come ci ha insegnato Benedetto XVI è opera sinergicamente del <domandarsi greco>, del <profetismo ebraico> e della fede cattolica, il punto centrale si può sintetizzare così: c’è una priorità dell’ontologia sull’etica, la psicologia, la sociologia ….La coscienza umana quindi non produce la realtà come se fosse suo oggetto, né può manipolarla, ma deve commisurarsi ad essa, leggendo le grandi indicazioni morali che sono contenute nella oggettività del reale”.

Anche in un altro libro prezioso intitolato “Il cielo e la terra”, dialogo fra l’allora Cardinale JorgeBergoglio, oggi Papa Francesco e il Rabbino Capo di Buenos Aires Abraham Skorka c’è una concordanza assoluta su questi temi.

Mentre il Rabbino afferma che se da una parte le coppie conviventi dello stesso sesso hanno diritto “a una soluzione legale di problemi quali la pensione, l’eredità ecc(che potrebbero inquadrarsi in una formula giuridica nuova),  equiparare la coppia omosessuale a quella eterosessuale è un’altra cosa”, il cardinale risponde:”Concordo in pieno. Per definire il tema utilizzerei l’espressione <regresso antropologico>, perché significherebbe indebolire una istituzione millenaria che si è forgiata in accordo con la natura e l’antropologia>”. Anche nel mondo antico, dice il Cardinale, nel quale l’omosessualità veniva apprezzata o non apprezzata, tollerata o non tollerata ma mai nessuno ha mai voluto equipararla. Solo nella nostra epoca “è la prima volta che si pone il problema giuridico di assimilarla al matrimonio, cosa che giudico un disvalore e un regresso antropologico. Di fronte ad un’unione privata non c’è un terzo o una società danneggiata. Se invece le si attribuisce la categoria di matrimonio e le si dà accesso all’adozione ciò implica il rischio di danneggiare dei bambini. Ogni individuo ha bisogno di un padre maschio e di una madre femmina che lo aiutino a plasmare la propria identità”.

Siamo ancora liberi di dire queste cose fino a che la legge proposta dall’On Scalfarotto non venisse approvata. Una volta approvata ( e noi riteniamo che le leggi attuali, rettamente applicate siano sufficienti a difendere i diritti degli omosessuali da qualunque violenza, prepotenza, offesa anche verbale) nel difendere dall’omofobia gli omosessuali, renderebbe necessaria una legge contro l’eterofobia e soprattutto a difesa del diritto di libertà di espressione, che ci è così caro e a cui non vorremmo rinunciare.

 

Guido Guastalla

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Per la libertà di opinione.